La pagina “Gli aborti in America”, che mostrava un’ampia varietà di grafici e dati sulla pratica dell’aborto (VEDI QUI), riceveva una media di 16.000 visualizzazioni al mese, tutte praticamente senza alcuna promozione.
"La censura di Google della nostra popolare pagina ‘Gli aborti in America’ ha messo in luce l'agenda pro-aborto di Google volta a privare il pubblico dal vedere la verità sull'aborto tramite fatti incontrovertibili e statistiche tratte da varie fonti, alcune delle quali esclusive di Operation Rescue.org. Perché manipolano il loro potente motore di ricerca per indirizzare il pubblico lontano dal nostro popolare sito web? Vogliamo che la gente sappia che Google insabbia in modo mirato i contenuti pro-life e che è inaffidabile"[1].
I gruppi pro-life sono liberi di pubblicare su Twitter, finché non parlano di che cos’è l’aborto, non mostrano immagini di ecografie fetali e non criticano Planned Parenthood (PP), il più grande ente abortista americano e del mondo. È in questi termini che Lila Rose, presidente di Live Action, ha parlato della politica di Twitter contro i cosiddetti "contenuti che incitano all’odio". Rose ha detto che Twitter ha tentato per anni di impedire a Live Action di promuovere contenuti pro-life attraverso annunci a pagamento, mentre a Planned Parenthood lascia mano libera nel raggiungere un pubblico enorme. "Penso sia evidente che Twitter stia discriminando le voci pro-life - ha dichiarato Rose al Washington Times[2] -. Planned Parenthood è autorizzata a promuovere i suoi messaggi ingannevoli e pro-aborto, mentre a Live Action è vietata la promozione di qualsiasi contenuto che mostri la verità sull’aborto e su Planned Parenthood". Poi ha raccontato che, alla sua associazione, Twitter ha bloccato la possibilità di pubblicare contenuti sulla piattaforma, dopo ripetute violazioni.
Il Washington Times è entrato in possesso delle e-mail che mostrano alcuni dei tweet che sono stati ritenuti inaccettabili dai bot di Twitter e dalla sua squadra di controllo, portando al blocco dell’associazione. Un tweet, inviato il 18 gennaio dall’account personale della Rose, affermava che Planned Parenthood riguarda "l'aborto, non l'assistenza sanitaria femminile" e includeva un breve video con testo che metteva in discussione la vastità dei servizi di assistenza sanitaria non abortivi di Planned Parenthood (VEDI QUI).
Un bot ha segnalato questo tweet per violazione del divieto di pubblicare contenuti di “odio, temi sensibili e violenti”, come documenta la notifica ricevuta via e-mail dall’associazione. Il Washington Times scrive che, quando è stato chiesto a un portavoce di Twitter in che modo il tweet postato il 18 gennaio abbia violato le regole, il portavoce non ha risposto.
Altri tweet che si sono scontrati con le politiche di Twitter includono un video che mette a confronto le dichiarazioni rilasciate da Cecile Richards, Presidente di Planned Parenthood Federation of America, con i fatti reali (VEDI QUI);
una mappa degli Stati Uniti che mostra la vasta disponibilità di centri di assistenza sanitaria femminile non affiliati a Planned Parenthood assieme alla frase: “Le donne non hanno bisogno di PP. Ci sono più di 13.000 cliniche che forniscono tutte le prestazioni sanitarie”;
Un membro della squadra di controllo di Twitter ha detto che, per ripristinare la possibilità di pubblicare sulla piattaforma social, Live Action deve "rimuovere i contenuti sensibili correnti e passati dal vostro sito internet e dai feed di Twitter" o "creare un nuovo profilo Twitter per le azioni di marketing e di promozione che conduca a un nuovo sito web che non contenga i contenuti che violano le nostre politiche". Rose ha definito queste soluzioni "totalmente orwelliane": il gruppo pro-life può ritornare a pubblicare annunci, “ma prima deve eliminare tutti i tweet che, effettivamente, criticano Planned Parenthood, mostrano immagini di bambini non nati o loro ecografie, parlano della procedura di aborto o contengono collegamenti a filmati investigativi". O, in alternativa, "deve creare un nuovo sito web che non contenga nessuno di quei contenuti" che equivale a dire: potete pubblicare, basta che smettete di fare quello che fate, di svolgere tutte le attività e le azioni per cui siete nati, ergo non potete pubblicare.
Entrambe le soluzioni prospettate costituiscono una perdita enorme per l’associazione: l’account Twitter personale della Rose (@LilaGraceRose) ha più di 105mila followers. Quello di Live Action (@LiveAction) ne ha quasi 50mila. Il gruppo pro-life crea video e contenuti grafici appositamente personalizzati per raggiungere gli utenti di diverse piattaforme. Una delle campagne video di Live Action presenta il dottor Anthony Levatino, un ex medico abortista diventato attivista pro-life, che descrive varie procedure di aborto accompagnate da animazioni. I suoi video hanno ottenuto decine di milioni di visualizzazioni e sono stati tradotti in più lingue.
Ma anche non poter più continuare a usare Twitter è a propria volta una perdita, perché i social media sono parte integrante della strategia d’azione, come movimento pro-life “Live Action ha oggi la più grande piattaforma di social media. Facciamo giornalismo investigativo sull'industria dell'aborto, produciamo video educativi e i social media sono una parte fondamentale del nostro impulso educativo", ha dichiarato Rose.
Per cercare di portare avanti la propria attività altrove, Live Action ha adesso lanciato una campagna di raccolta fondi per inondare altre piattaforme di social media con il messaggio pro-life: “Stiamo facendo una campagna di raccolta fondi per diffondere le informazioni, che Twitter ci sta bloccando, tramite l’utilizzo di altre piattaforme: Facebook, YouTube e la blogosfera”, - ha dichiarato Rose al "Tucker Carlson Tonight", programma televisivo di Fox News.
Il portavoce di Twitter, con cui l’associazione ha avuto contatti, ha respinto l’accusa di parzialità che è stata loro rivolta, portando come esempio la serena collaborazione della loro compagnia con il gruppo pro-life Susan B. Anthony List. Tuttavia, se si va ad approfondire questa “collaborazione”, si scopre che anch’essa non è stata esattamente rosea. Infatti, quando nella Giornata Internazionale della Donna di quest'anno, la loro presidente Marjorie Dannenfelser ha pubblicato un tweet con la foto di Madre Teresa accompagnata dalla didascalia "L'aborto è profondamente contro le donne", il tweet ha violato gli standard di Twitter che vietano "la promozione di prodotti e servizi sanitari e farmaceutici".
Note:
[2] Bradford Richardson, “Twitter suppresses messages criticizing Planned Parenthood, pro-life group says”, The Washington Times, 27 giugno 2017.