Tra le virtù personali che sarebbe bene imparare a praticare nella vita di tutti i giorni, per il bene di se stessi e degli altri, se ne trovano tre abbastanza particolari: l’umorismo, la follia e la fantasia. Ora, qualcuno potrebbe obiettare: passino pure l’umorismo e la fantasia, ma la follia, siamo sicuri che sia un pregio? Ebbene sì, anche se a prima vista può sembrare strano, ma quando si entra nel campo dell’amore e nel mistero della Croce anche la follia può essere considerata una virtù. Non è un caso che, tra i campioni in questa terna di virtù (follia inclusa), troviamo moltissimi Santi della Chiesa cattolica e i cosiddetti “folli in Cristo” o “pazzi in Cristo” della tradizione orientale, che con il loro comportamento ci mostrano come esse vadano intese e messe in pratica. Immergiamoci perciò alla scoperta di queste tre singolari virtù!
Tra le virtù smarrite da recuperare, lo scrittore Alessandro Pronzato inserisce il “silenzio” e la “parola”. Silenzio e parola camminano insieme, sono tra loro complementari, ciascuno ha bisogno della presenza dell’altro per manifestarsi nel pieno della sua essenza e insieme generare equilibrio. “Non ci può essere parola se non c’è, insieme, silenzio – scrive Pronzato -. Pure la musica è fatta di suoni e pause. Lo scopo essenziale del silenzio è quello di conferire spessore di significato alla parola, assicurare una risonanza alla parola, farcela penetrare dentro”. Dom Bernardo Olivera, monaco benedettino e già Abate Generale dei Trappisti, osserva che silenzio e parola “hanno lo stesso valore, sono inseparabili, il valore dell’uno è correlativo al valore dell’altra”.
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May 2021
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