I promotori della cultura della morte, hanno capito che se volevano penetrare sempre più nell’opinione pubblica e nel comune sentire, realizzando in tal modo i propri obiettivi, non avrebbero dovuto usare una dialettica troppo chiara ed esplicita, ma una terminologia più soft, rassicurante, sofisticata. Hanno così ideato un nuovo linguaggio, il cosiddetto politically correct, che ha la funzione di nascondere la verità e propinare la menzogna, mostrandola sotto una luce attraente e invitante.
Carla Levati Ardenghi, Felicita Merati Barzaghi, Roberta Magnani Arlenghi, Claudia Cardinali, Luisella Longoni Crosina, Anna Maria Negri, Rita Fedrizzi, Tonia Accardo, Paola Breda, Stefania Dal Cer, Rachel Crossland, Barbara Castro Garcia, Chiara Corbella Petrillo. Tredici donne, le cui vicende personali sono unite dal medesimo incondizionato “sì” alla vita. Come capitò a Gianna Beretta Molla, tutte loro sono state sorprese dalla malattia durante i giorni della gravidanza. Come Gianna hanno dovuto decidere se scegliere la propria vita o quella del bimbo in grembo, se iniziare subito le terapie che le avrebbero curate, nuocendo però al figlio, o tutelare la vita del piccolo, posticipando le cure salvavita dopo la nascita. Tutte quante hanno detto “no” all’aborto “terapeutico” e hanno rifiutato i trattamenti ma, mentre la vita dentro cresceva, anche il male, lasciato libero, implacabile avanzava, fino a non lasciare più scampo: dopo aver partorito la maggior parte di loro ha dovuto arrendersi alla malattia. Il 1° maggio scorso è apparsa sul quotidiano La Stampa un articolo intitolato “Lasciate che i gay si sposino. Anche la psicologia ha detto sì” contenente un’intervista di Monica Mazzotto al Dott. Clinton Anderson, direttore dell’Ufficio “Lgbt, Lesbian, gay, bisexual and transgender concerns” dell’APA (American Psychological Association), l’Associazione americana degli psicologi e psichiatri. L’articolo esordisce ricordando che l’APA ha dichiarato di fronte alla Corte Suprema, chiamata entro giugno a giudicare due casi fondamentali per i diritti omosessuali, che “Non esistono motivazioni scientifiche valide per proibire i matrimoni omosessuali”. Quindi, alla domanda della giornalista su quali siano “gli studi che vi hanno spinto a esprimervi così nettamente a favore dei matrimoni gay” Anderson risponde: Tra i pochissimi che si sono attivati contro quel vergognoso fenomeno che è il propagarsi della bestemmia all’interno della più grande rete sociale di internet – Facebook -, attraverso iniziative mosse al di fuori del contesto virtuale, ci sono il Codacons e il blog cattolico “Pontifex.Roma”. L’azione del Codacons risale al 25 aprile 2010 quando, con un comunicato stampa, rendeva noti la denuncia fatta presso la Polizia Postale di una pagina su Facebook “con bestemmie e insulti alla Madonna” chiedendone la rimozione dal web, e la richiesta fatta alla Procura della Repubblica di indagare per turpiloquio. Riporto alcune riflessioni sull’umiltà fatte da Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Angelo Comastri.
Di Giovanni Paolo II ho scelto un brano tratto dal suo libro “Il progetto di Dio. Decalogo per il terzo millennio” (Piemme, 1994, pp. 84, 85). Qui il papa pone l’accento sulla “piccolezza” quale condizione fondamentale per poter entrare nel Regno dei Cieli, tracciando il valore simbolico del “fanciullo” evocato nella frase di Gesù: “se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”. Tra gli spunti offerti da Benedetto XVI, ho scelto un estratto dal suo libro “L’elogio della coscienza. La verità interroga il cuore” (Cantagalli, 2009, pp. 124-126) in cui il papa parla della cosiddetta “nuova evangelizzazione” e della tentazione che qui si nasconde: “la tentazione dell’impazienza, di cercare subito il grande successo, i grandi numeri” che “non è il metodo di Dio”. “Le realtà grandi cominciano in umiltà” osserva Benedetto XVI, ricordando le parole di Gesù sul “grano di senape”. Di Comastri ho preso un passo dal libro “La firma di Dio” (San Paolo, 2002, pp. 132, 133), in cui pone l’accento sull’“umiltà di Dio”, del Quale l’uomo può conoscere i disegni se accetta di abbandonarsi all’umiltà della fede. |
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May 2021
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